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Il mare Adriatico è un ambiente importante per l’Area Programma in quanto comprende i principali porti del Nord Adriatico (Trieste, Capodistria, Venezia), cantieri navali (Monfalcone) nonché, d’altra parte, ambienti marini protetti con una ricca biodiversità. Data la posizione economico-strategica dei porti, la zona è soggetta a un traffico navale intenso e perciò ad un possibile inquinamento e degrado ambientale. Le navi in arrivo dai porti mondiali rappresentano una minaccia per l’habitat locale, anche per l’incrostazione biologica sullo scafo delle navi (IBSN). Oltre all’introduzione di specie allogene, un importante fattore di inquinamento è dato anche dal passaggio nell’ambiente marino di sostanze chimiche pericolose provenienti dalle vernici delle navi. L’incrostazione è indesiderata dal punto di vista economico ed ecologico perché riduce la capacità dell’imbarcazione, aumenta il consumo di carburante e contribuisce ad aumentare le emissioni di gas serra.

La legislazione prevede la pulizia dell’incrostazione da parte degli armatori che la eseguono solitamente nei porti, dove la nave si pulisce nei bacini all’asciutto. La procedura risulta molto lunga e costosa. Una pulizia incontrollata e inefficiente dell’incrostazione può peggiorare molto la qualità dell’acqua e la salute degli organismi marini. Se la pulizia non si esegue professionalmente e ai sensi di legge, si può verificare una contaminazione dell’ambiente transfrontaliero.

In questo senso è necessaria una più stretta collaborazione tra Italia e Slovenia nel settore pubblico e privato per definire le procedure di controllo, monitoraggio e gestione delle acque dell’ambiente marino e per trattare i rifiuti pericolosi prodotti nella pulizia dell’incrostazione biologica sullo scafo delle navi, anche sviluppando tecnologie verdi. Ciò è assicurato dal progetto GreenHull, i cui risultati contribuiranno a promuovere le opportunità economiche di sviluppo dell’area conservando parimenti l’ambiente marino, il che è anche la base dell’iniziativa Bluemed.
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